INTRODUZIONE
Briatico è una ridente cittadina adagiata
sulle scogliere della Costa degli Dei, ricca di
storia e cultura. La sua storia segnata da
tragici terremoti l'ha portata dall'antico
borgo, Briatico Vecchio distrutto nel 1783,
all'attuale sito. E' inoltre un comune di oltre
4000 abitanti della provincia di Vibo Valentia e
si eleva fino a 51 m s.l.m., comprendente mare,
collina, campagna e piccole frazioni ricche di
un aria antica e con caratteristiche tradizioni
degne di nota.
DATI STATISTICI
Stato: Italia
Regione: Calabria
Provincia: Vibo Valentia
Coordinate: Latitudine: 38° 44′ 0′′ N
Longitudine: 16° 2′ 0′′ E
Altitudine: 51 m s.l.m.
Superficie: 27,76 km²
Abitanti: 4.103
Densità: 152 ab./km²
Numero Famiglie: 1.390
Numero Abitazioni: 3.032
Denominazione Abitanti: briaticesi
CAP: 89817
Prefisso tel: 0963
Comune: 0963.391013
Guardia Medica: 0963.391946
Codice ISTAT: 102003
Codice catasto: B169
Nome abitanti: briaticesi
Santo patrono: San Nicola, Madonna Immacolata e
del Carmine
Giorno festivo: 6 dicembre, agosto o giugno, 16
luglio
LA STORIA DI BRIATICO
La fondazione di Briatico è per tradizione
fatta risalire ai Locresi, al tempo del loro
passaggio a Hipponion;Le prime testimonianze
certe sull'esistenza di Briatico risalgono al
XII secolo quando Ruggero il Normanno, in una
bolla riguardante la fondazione della diocesi di
Mileto, accennò al piccolo centro di Euriatikon
(l'attuale Briatico). La stessa denominazione fu
poi riportata in dieci pergamene compilate tra
il 1130 e il 1271. In questi documenti si legge
che nel 1276 il territorio di Euriatikon si
estendeva dal fiume Trainiti al fiume Potame,
comprendendo ben ventidue borgate. Il toponimo
Briatico si riscontra, comunque, anche nel XIII
secolo accanto a quello di Euriatikon. Durante
il periodo feudale la cittadina passò sotto vari
domini. Niccolo de Trayna l'ebbe nel 1269 dal re
Carlo I d'Angiò e la tenne fino alla morte
avvenuta intorno al 1278. Fu poi la volta di
Adamo d'Elmis (fino al 1304) a cui seguirono
Gilberto de Santillis, Leone da Reggio, gran
siniscalco del Regno di Napoli, e sua figlia
Sibilla che, andata in sposa a Pietro III Ruffo
conte di Catanzaro, gli portò in dote alcuni
feudi tra cui Briatico. Ai Ruffo di Catanzaro
restò fino al 1404 quando, per le ribellioni al
sovrano, Nicolo Ruffo fu spodestato da re
Ladislao che vendette Briatico a Rinaldo d'Aquino
barone di Castiglione. Nel corso dell'ultimo
secolo del Medioevo numerosi furono i mutamenti
nella signoria su Briatico. Dai d'Aquino il
borgo andò ai Ruffo di Montalto per passare,
poi, a Marino Marzano (per successione materna)
che lo ebbe fino al 1464 e, successivamente, a
suo genero Leonardo di Tocco che lo detenne per
soli tre anni. Il 1494, data riportata sotto lo
stemma cittadino in cifre romane, è l'anno in
cui Briatico diventerà città libera, governata
da un sindaco.
Ma già nel 1496 il feudo fu concesso agli
spagnoli de Castro Bisbal che vi ottennero il
titolo di conti. Con loro iniziò un periodo di
maggiore stabilità del dominio che si protrasse
fino alla fine del Cinquecento, quando estinta
questa casata il feudo passò con ai Pignatelli
di Monteleone, famiglia che governò su Briatico
fino all'eversione della feudalità (1806).
I TERREMOTI E LA RICOSTRUZIONE
Durante questi lunghi anni il paese fu
scosso da tre terribili terremoti. Il 17 marzo
del 1638 il sisma provocò ingenti danni alle
abitazioni e lo stesso accadde il 5 e il 6
novembre di ventuno anni dopo (1659). Ma quello
del 5 febbraio 1783 non lasciò scampo: la città
fu rasa al suolo, le case completamente
distrutte, e vi furono innumerevoli vittime. Con
coraggio, però, il 4 aprile dello stesso anno i
925 sopravvissuti si riunirono sulla spiaggia
nei pressi della torretta di avvistamento, oggi
detta "la Rocchetta". Durante l'assemblea
presieduta da Luigi Lieto, giudice della città,
gli abitanti proposero di ricostruire il centro
abitato in contrada S. Giovanni (detta anche
Cocca), proprietà del duca Ettore Maria
Pignatelli. Quest'ultimo, senza esitazioni, fece
abbattere una gran parte delle vigne che si
estendevano sulla contrada per rendere
edificabile la zona. Ordinò, inoltre, la
costruzione di otto baracconi destinati alle
famiglie più povere e fornì il materiale per
l'edificazione delle case. I tecnici
progettarono una pianta ortogonale orientando
gli apici della città verso i punti cardinali.
Tecnica pensata per evitare altri disastri in
caso di terremoto. Nonostante le difficoltà
Briatico fu ricostruita più grande e più forte
di prima. Nel 1812, infatti, divenne capoluogo
di circondario con giurisdizione su Triparni e
Vena Superiore. Nel 1816 anche su Zungri. Il
mandamento fu poi soppresso il 30 marzo del
1890. Un altro violento terremoto nel 1905,
però, mise a dura prova Briatico, causando
ancora danni e paura.
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